Dites-moi où, n'en quel pays,

est Flora la belle Romaine,
 Archipiades, ne Thaïs,
qui fut sa cousine germaine,
Echo, parlant quant bruit on mène
dessus rivière ou sur étang,

qui beauté eut trop plus qu'humaine ? 
Mais où sont les neiges d'antan ?
(Francois Villon, Ballade des Dames du temps jadis)


Dall’archivio di Angelo escono copertine di riviste, ritagli di giornali ingialliti dal tempo che lui sparpaglia sul tavolo dello studio. Angelo, andare da formica paziente, cerca nei classificatori e ne cava altre copertine, altri ritagli, cataloghi, interi servizi. Foto e testi parlano di loro, delle ragazze sorridenti, imbronciate, perplesse, stupite di quelle pagine. E Angelo, con memoria infallibile, ricorda nomi e date ed episodi. Bettina, Cristina, Astrid, Giorgia, Federica, Mariza e altre, altre ancora s’affollano attorno a noi. E per tutte c’è una frase, un pensiero. “…sì, questa la rivedo ancora, di tanto in tanto...questa l’ho persa di vista, chissà se avrà realizzato i suoi sogni di adolescente…” Angelo ricorda ed è la sua “Ballade des Dames du temps jadis”.

Où sont les neiges d’antan?
Le neiges d’antan, evocate, ritornano. “…la prima fu una certa Raffaella Pelloni, diventata poi Raffaella Carrà. Pubblicai un servizio sulla rivista di Ezio Croci, con testo di Gherardo Gentili. Era il 1956. Fui il primo a fotografare quella che, poi, sarebbe diventata la Carrà nazionale…”. Dopo, per Angelo, vennero i grandi servizi in giro per il mondo; i grandi avvenimenti, festosi e drammatici, con i quali la Storia tesse la sua tela.

angelo cozzi modelleFotografia Italiana (maggio 1972), in concomitanza con la mostra di Cozzi alla Galleria il Diaframma esce con un servizio di 12 pagine + copertina  con le foto di "Scoprirsi donna". La modella in copertina è Susy, una delle prime adolescenti che ha posato in foto di nudo davanti allo specchio di Cozzi. E' una foto del 1971 e Susy aveva 10 anni.

Redattore della rivista “Fotografia Italiana”, di Lanfranco Colombo, incontrai Angelo nel 1976. Lo conoscevo per fama, per i suoi reportage spericolati sugli aerei supersonici, per le sue rischiose foto del Viet-Nam, del Settembre Nero, della Guerra dei Sei Giorni. Lo ritrovavo fotografo dell’adolescenza, di ragazze della porta accanto che vivevano la loro avventura di modelle per caso.  “..sembrerà strano – scriveva il critico Attilio Colombo – nelle pagine del mensile Progresso Fotografico – a coloro che sono abituati a vedere le immagini di reportage di Angelo Cozzi sulle riviste del Corriere, ritrovare la firma del fotografo milanese sotto questo insolito reportage, tutto girato in camerino. Eppure, conoscendo bene Cozzi, anche queste immagini si collocano entro il quadro di una professione vissuta con estrema coerenza e con un alto senso del professionale. Angelo Cozzi ha vissuto profondissime esperienze sui teatri di guerra di mezzo mondo…è stato testimone oculare di decine di episodi di barbarie contro bambini e adolescenti avvolti nella furia della guerra. Una strage di innocenti che lo ha portato a riflettere che doveva esserci qualcosa di meglio per i giovani di tutto il mondo….E’ nato, in questo modo, Scoprirsi Donna, un fotolibro reportage….una elegia al mondo dell’adolescenza femminile…un lavoro di sette anni durante il quale ha colto con estremo pudore, quasi con trepida attenzione, l’immagine allo specchio delle sue amiche  a cominciare da sua figlia Anna, fino alle figlie di amici e parenti….E’ diventato il loro fratello maggiore, al quale era possibile confidare segreti mai detti ad altri. Spesso ha avuto la funzione di consigliere, di confessore, di padre….”.
 
In Italia seicento e quaranta;

in Alemagna duecento e trentuna;

cento in Francia, in Turchia novantuna; 
ma in Ispagna son già mille e tre.

angelo cozzi modelle"Scoprirsi donna" - il libro di Cozzi con 95% di foto scattate allo specchio nell'arco di 7 anni, in un camerino di meno di 2 metri quadri. Prefazione del regista Alberto Lattuada,  grande amico di Cozzi. Trentotto ragazze in 124 foto di  adolescenti che si "scoprono" guardandosi allo specchio. Tiratura 1000 copie firmate da Angelo Cozzi - Editore Priuli & Verlucca 1977 - Libro esaurito, visto in catalogo in internet presso "Obiettivo libri".

I volti delle ragazze, i ricordi danzano attorno a noi. Madamina, il catalogo è questo? No. Niente di più distante dal catalogo di Don Giovanni. Dall’intervista di Rossella Candè pubblicata sulla Gazzetta di Parma, nel 1995. “…Nel luglio dell’82 ero in Sardegna, per fare un servizio con l’attrice Lara Vendel. Ho preso una barca per andare a Cala Luna e lì ho visto una bambina un po’ strana. Un corpo di una bimba con un viso da donna assoluta…alla fine della giornata di lavoro ho contattato i genitori e li ho invitati a prendere un gelato. La bambina aveva dieci anni. Ho spiegato loro le foto che avrei voluto scattare e loro mi hanno risposto, tranquilli: sta a nostra figlia deciderlo. Ho lasciato il mio biglietto da visita. Dopo due mesi ricevo una telefonata che mi dice: Rosangela vuole fare le foto. Io faccio, potete venire a Milano? Sì, mi rispondono. Siete mai usciti dalla Sardegna? No. Bene, esclamo, andate all’Alitalia di Nuoro e troverete tre biglietti per Milano….”. Inizia, così, l’avventura di Rosangela, fotografata per anni da Angelo. Mi vestivo come debbono vestirsi i poeti: di nero, ricorda Borges la sua giovinezza. Angelo non si è mai vestito come debbono vestirsi i fotografi. O meglio: come la gente pensa debbano vestirsi i fotografi. Gian Paolo Ormezzano, Torino, recensione della mostra dedicata ad Astrid, Salone La Stampa, 1992: “…Angelo non è alto, slanciato, conquistatore, profumato alla moda, vestito all’antimoda, ma è un ragioniere della fotografia, quasi un travet del lavoro indefesso, che veste come uno che deve andare a vendere l’Enciclopedia Britannica ad una casalinga che non sa nulla d’inglese…”. Il ritratto è perfettamente cesellato. Angelo è questo: fotografo che non veste da fotografo. Che ha sempre fuggito quell’intellighenzia fotografica fatta di vestiti, atteggiamenti, soi disant, progressisti. Angelo è persona seria. Il suo catalogo non è quello di Don Giovanni. E’ quello tenero, poetico della Ballade di Villon. Continuiamo a cercare les neiges d’antan, in questa giornata d’autunno. Dalla finestra dello studio si vede un albero scoppiare di giallo, marrone, rosso illuminato da un raggio del sole che tramonta dietro i palazzi.

Specchio delle mie brame

angelo cozzi modelleDurante un workshop sulle foto delle adolescenti Cozzi illumina la modella Astrid utilizzando un semplice pannello di compensato, ricoperto da un foglio di carta riflettente argentata. A seconda degli effetti desiderati Cozzi usa pannelli bianchi, argentati e dorati e, in rare occasioni, crea effetti di luce con un piccolo specchio da borsetta.

 

Specchio delle mie brame, chi è la più bella del reame? interrogava lo specchio Grimilde, Regina Cattiva di Biancaneve. Specchio, confidente muto al quale svelarsi nel segreto della propria camera. Specchio, complice di Angelo all’ombra delle fanciulle in fiore. La fotografia è anche tecnica mediata dall’intuizione. Da un’intervista di Maggie Newman per Fotografia Italiana “…ho dovuto far costruire uno specchio speciale, assolutamente piano per evitare le deformazioni, e argentato in superficie. Le pareti del camerino sono dotate di ganci che permettono di collocare lo specchio in posizione ideale, secondo l’altezza della ragazza. Alle spalle della modella vi è una parete in legno, non parallela, ma ad esso obliqua, secondo un angolo di quarantacinque gradi. Anche il piano pellicola della macchina fotografica è a quarantacinque gradi, rispetto allo specchio, in modo tale che la linea ideale di prolungamento del piano pellicola formi un angolo retto con la parete di fondo, sulla quale ho applicato dei fondali larghi un metro, che occupano tutta la superficie, da terra al soffitto. L’illuminazione, il più possibile morbida e priva di ombre, è fornita da otto normali lampade bianco latte, da 60 watt, quattro per lato, incassate ai margini dello specchio….”. La spiegazione, minuziosa e pedante, continua e ti avvolge e t’illude. Rischi di cadere nell’equivoco. Accade spesso a chi pensa di carpire il segreto del fotografo considerando solo la tecnica: focali, diaframmi, tempi, luci, distanze. Sempre dall’intervista della Newman:”…si tratta di un’analisi della persona attraverso la fotografia. Il vero protagonista è lo specchio, il dialogo si svolge tra la ragazza e la sua immagine riflessa…il rapporto che Angelo stabilisce con queste ragazze è decisamente adulto, basato sull’amicizia, sulla reciproca fiducia. Dice “è ovvio che pongo certi freni con le ragazze perché bisogna sempre distinguere tra l’amicizia e l’amore e per loro divento, col tempo, un amico, loro ricorrono a me, per esempio, per problemi che non riescono ad affrontare con i loro genitori…Iniziai a fotografare le ragazze allo specchio nel 1972, da un’idea datami da Susy. Una ragazzina di dodici anni, che aveva già posato per me in foto di nudo. Lavorò poi nel cinema e divenne una bravissima doppiatrice. Le sue ultime notizie me la danno trasferita a Santo Domingo… ”.  Le ricorda tutte le “sue” ragazze e loro ricordano lui. Alcune sono tornate, dopo anni, davanti allo specchio per farsi ritrarre con le figlie. “ Doris, adulta e sposata, mi chiese di posare davanti allo specchio col suo pancione di mamma…. all’inaugurazione di una mia mostra, nel 2013 a Soresina, fui avvicinato da una signora che stentai a riconoscere. Era una ragazza di Vicenza che fotografai nel 1979 sul set del film “Don Giovanni” di Losey. All’epoca mi aveva colpito il suo volto e la fotografai con le braccia incrociate e un tulipano in mano. Dopo tanti anni ricordava ancora quella foto e voleva essere ri-fotografata nella stessa posa. Mi ha detto che ha una figlia di vent’anni…”. La tecnica, dicevamo. Angelo sorride al ricordo di un vecchio episodio: ”.. erano gli anni settanta del novecento, venne da me la moglie di un industriale milanese, voleva che fotografassi la figlia. Combinammo l’appuntamento e m’accorsi che quella non ne aveva nessuna voglia: svogliata, imbronciata, malmostosa. La madre, invece, era attentissima e s’informava dei più minuti dettagli tecnici. Capii che la figlia era una scusa per carpire i miei “segreti”. Segreti di Pulcinella. Anni dopo vidi un libro di fotografia in cui la signora figurava come autrice…”.

Il segreto di Angelo Cozzi

angelo cozzi modelleCozzi con il libro "Innocence in the mirror" edizione in lingua inglese di "Scoprirsi donna" editore William Morrow New York 1978 - edizione esaurita da anni. Alcune volte viene offerta nei siti di Internet dei libri antichi ed esauriti a 500/700 dollari USA. L'altro libro che mostra Cozzi è una edizione speciale di "Innocence in the mirror"con una foto originale firmata da Angelo Cozzi - legatura in tela - tiratura 15 copie fuori commercio - 12 copie sono in possesso di Cozzi -

Ho conosciuto alcune ragazze fotografate da Angelo. Le ho riviste, anni dopo, sposate signore e mamme. Ricordano quel loro tempo con la nostalgia della Belle Helène:
Quand vous serez bien vieille, au soir à la chandelle,
assise auprès du feu, dévidant et filant,
direz chantant mes vers, en vous émerveillant :
« Ronsard me célébrait du temps que j’étais belle”.
Angelo celebrava la loro bellezza scrivendo con l’obiettivo. Sceglieva, con loro, le immagini da pubblicare. E se una non piaceva, seppure bellissima per lui, quella non usciva dai cassetti. “…ero a fotografare sul set del film “Storie di vita e malavita”, nel quale una delle protagoniste era una mia modella, quando Lizzani, il regista, mi chiese di fotografare la figlia. Una ragazzina timida, che poco aveva voglia di concedersi all’obiettivo. Ancor meno di vedere quelle immagini pubblicate. La cosa finì lì. Dopo trent’anni mi telefona e mi chiede se avevo ancora quegli scatti. Rispondo di sì. Dopo una settimana è nel mio studio, a scegliere tra quei provini una cinquantina di immagini da far ingrandire per il suo piacere.” Angelo ha molti episodi come questo da raccontare. Per mestiere ho frequentato fotografi e modelle: moda, glamour, pubblicità. E’ difficile che una ragazza, dopo anni, ricordi chi l’ha fotografata. Se accade, non è per qualcosa di piacevole. Scriveva Luciano Simonelli sul mensile Fotopratica: “..già, le sue famose ragazzine, quelle fanciulle in fiore talvolta oggetto – diciamoci la verità – di risatine ironiche da parte di alcuni, sciocchi e superficiali colleghi, sono tutte lì, pronte a posare per lui, con tanto di autorizzazione dei genitori che non nascondono ad Angelo la gratitudine di aver aiutato, con le sue foto, a far crescere, maturare le loro piccole. Quest’ultimo è l’indizio di uno dei segreti fondamentali delle sue immagini, a qualunque genere appartengano. Il costante filo conduttore di tutta la produzione di Cozzi sta, infatti, in una sua profonda convinzione: prima viene l’uomo e poi la fotografia….in ognuna delle foto di Cozzi è l’essere umano il protagonista. Angelo non scatta se non è riuscito a stabilire un rapporto con lui, se non si sente coinvolto dai suoi sentimenti, di suoi problemi, le sue tragedie…”. Scegliere le foto da pubblicare, da esporre, da far vedere al mondo è compito che la maggior parte dei fotografi tiene gelosamente per sé. Il soggetto, per loro, non conta.

angelo cozzi modelle

Cozzi con un gruppo di protagoniste del libro "scoprirsi donna" iI giorno dell'inaugurazione della mostra di Cozzi alla Galleria Il Diaframma, 30 maggio 1972. Il catalogo della mostra fu presentato da un lungo articolo del giornalista Gherardo Gentili , amico di Cozzi da sempre. Nel catalogo 21 foto a colori di adolescenti allo specchio.

“…ho sempre scelto le foto assieme alle ragazze – sottolinea Cozzi – specie le foto di nudo. Quelle che non piacevano non le utilizzavo. Dopo anni alcune di quelle ragazze, oramai adulte, sono tornate a parlarmi di quelle foto scartate. Sono tornate per darmi ragione: quelle foto erano belle, e loro non l’avevano capito.” A volte nemmeno i direttori dei giornali capivano le sue scelte ma, alla fine, vinceva lui. Per alcuni era quello delle copertine impossibili. “…per Salve, periodico del gruppo del Corsera, risolsi al direttore Vellani un bel numero di copertine difficili. Dovevo visualizzare argomenti come: la prima mestruazione, la paura di rimanere incinta, il primo rapporto. Le risolsi tutte felicemente, ricorrendo ai volti delle mie modelle/non-modelle. Con il viso di Giorgia, mentre addentava una mela verde, feci la copertina dedicata a La prima volta. La copertina più facile fu certo quella del numero dedicato alle efelidi. Dall’Olanda feci venire Eva, che aveva un viso con lentiggini molto evidenti. Tutte le copertine erano prima discusse con la ragazza che avrebbe posato. E spiegavo loro la differenza tra una bella foto, da tenere nel cassetto o appendere a una parete, e la foto che serve: quella da pubblicare”.  Il rapporto tra fotografo e direttore di giornale è molto importante. Quando, poi, il direttore è anche un amico che ti lascia carta bianca per la grande fiducia che ha in te, lavorare è un divertimento. Gherardo Gentili, direttore di Tuttomusica era di questi. “….grazie a questo rapporto nell’agosto del 1987 Tuttomusica uscì, per la prima volta, con una foto di nudo. Nudo castissimo: ma inequivocabilmente un acerbo lato B. Era una cover story sulle creme solari e il lato B era di Bettina, fotografata in Sardegna. Astrid, invece, ebbe una doppia pagina interna a seno nudo…utilizzai parecchie ragazze per questi servizi e tutte si divertivano ad essere un po’ complici dei miei scherzi all’amico Gentili.  Con Cristina, oggi quotato avvocato, andai in Ungheria, per un servizio sui cavalli della Pustza. Per un servizio sugli impermeabili usai una grande rete elastica sulla quale le ragazze saltavano e rimbalzavano per aria, volando. Ci divertimmo tanto e quando uscì il servizio fu anche un successo editoriale. Vollero delle foto così, da pubblicare su Sorrisi e Canzoni anche i Righeira, quelli del tormentone estivo Vamos à la playa. I ricordi continuano. “…Diana, azienda di confezioni, forniva i costumi da bagno anche per la nazionale di nuoto. M’incaricò di fotografare una nuova collezione di tutine da palestra. Era la fine degli anni ottanta e per la prima volta, in pubblicità, usai i chromofilter. Erano filtri difrattori, che producevano aloni colorati attorno ai soggetti, alle fonti di luce. L’esperimento piacque e il catalogo uscì col nome di “Cromaline”: linea colore. Bechis, il proprietario di Diana negò sempre di essersi ispirato, per dare il nome alla linea, ai miei cromofilter…”. I volti, i ritagli nevicano leggeri sul tavolo. Nella voce di Angelo un velo di commozione:”…ho nostalgia di quel tempo. Se, oggi, mi mettessi a fare quelle foto non credo riuscirei a scattare immagini come quelle. E’ un periodo che non ritengo chiuso ma che, tuttavia, sento molto lontano.” Lo conosco da anni. Non mi aspettavo riflessione differente. Non è tipo da inseguire il tempo perduto. Le neiges d’antan sono un passato dal quale ripartire per nuove avventure, per regalarci nuove sorprese. La foto più bella, mi disse un giorno, è quella che farò domani.

angelo cozzi modellePlayboy febbraio 1985 copertina con Lara Wendel e un servizio di 12 pagine con i più interessanti nudi scattati all'attrice da Cozzi in molti anni di collaborazione. Non fu il primo servizio di Cozzi che Playboy pubblica su Lara Wendel. Nel 1982 (maggio) con il titolo "la Mela proibita" era già uscito un ampio servizio (8 pagine) su Lara nuda ambientata a Cala Luna in Sardegna. Lara aveva allora 17 anni! Anche Playboy tedesco pubblicò foto di Lara fotografata da Cozzi. Le collaborazioni di Cozzi con Playboy non si limitavano ai nudi di Lara Wendel ma comprese servizi e copertine con personaggi "difficili" ad esempio con Dorella Oriella fotografata ad Haiti e Daniela, moglie di Mike Bongiorno a Bali. Anche Astrid apparve su Playboy (giugno 1990) in 12 pagine con foto di Cozzi ambientate in Messico.

 

Profumo di donna
Il sole è tramontato, le ombre della sera salgono lungo le pareti dello studio. Per un momento, prima che svaniscano all’accendere della luce, sono tutte qui, assieme a noi, ricordi profumati di giovinezza. Duecentodue, puntiglioso precisa Angelo. Duecentodue  ricordi, per sempre adolescenti nella memoria e nelle immagini che hanno fermato, in quegli attimi, il loro tempo. Sono state le sue compagne di lavoro per più di mezzo secolo. Da Carla Gravina, che fotografò nel 1957 sul set di Guendalina, a Yanisley, la modella di Santiago de Cuba ripresa nel novembre del 2013. Angelo viaggiò molto, per lavoro, con le sue modelle. Con loro tenne molti workshop. Sulle dita di una mano si possono contare le pubblicità nelle quali Angelo non abbia usato una delle sue modelle non-modelle. E i servizi di moda, che lui realizzò negli anni ’80 del secolo passato, per la rivista Tutto Musica, diretta dal suo grande amico Gherardo Gentili, erano tutti con ragazze della sua “scuderia”. Come della sua scuderia erano le ragazze di altri servizi, altre campagne pubblicitarie: UPIM, La Perla con la Dorella. Per l’ennesima volta raccolgo i miei appunti. Fuori è già buio. Sorseggiando l’ennesimo caffè, Janez della fotografia, Angelo le ringrazia una ad una, guardandole negli occhi. Kipling non ha più un’altra storia. Forse.

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